La visita alla capitale della storia e le tecniche usate per immortalarla
La mia visita a Roma è stata di soli 5 giorni, nell’aprile 2011. E’ stato un viaggio veloce, senza meta precisa. Roma è un luogo incredibile, capace di regalare grandi scorci in ogni angolo della città. Non è fondamentale visitare per forza i soliti monumenti, quelli più famosi per capirci: è sufficiente passeggiare a piedi per una strada qualunque e cercare lo spunto fotografico giusto. Dovendo camminare tante ore ogni giorno, ho usato un attrezzatura leggera: zaino in spalla, un corpo macchina, una lente ultragrandangolare, uno zoom standard e un teleobiettivo. In questa tipologia di viaggio dove si è sempre in movimento, non è possibile purtroppo dedicarsi e attendere sempre l’ora migliore della luce. Per ovviare a ciò, ho utilizzato più esposizioni in bracketing per lo stesso scatto, successivamente montate insieme per ottenere un’immagine con più alta dinamica di neri e bianchi. Questa tecnica chiamata H.D.R. (High Dynamic Range) è sempre esistita ma si è sviluppata largamente soprattutto con le nuove possibilità date dalla fotografia digitale. Da qualche anno essa caratterizza in maniera predominante il mio stile personale di fotografare. E’ una tecnica che non va bene per tutto e va usata con cautela. Ma è perfetta per gli interni e per i monumenti, poiché risalta ombre e luci nei dettagli e permette di superare i limiti del sensore. Ad esempio, l’effetto che ha sul marmo è quello di evidenziare tutte le venature della pietra: ed è perfetto per riprendere praticamente ogni monumento della leggendaria Roma! Altre due tecniche da me molto utilizzate, che sono una variante della prima, sono quella dell’Exposure Fusion e del Tone Compressor. Il processo iniziale è lo stesso: si realizzano più scatti e si montano in un’unica immagine. La differenza sta nella post-produzione. La tecnica H.D.R. tende ad esaltare ogni dettaglio e quindi a modificare ogni pixel troppo scuro o troppo chiaro: può dare risultati un po’ sporchi e tendere al ‘finto’, dipende da come si usa. L’Exposure Fusion più semplicemente si limita a fondere gli scatti e dona un risultato più naturale e pulito. Il Tone Compressor, come dice lo stesso nome, comprime il range di colore usando determinati criteri realizzando un’immagine carica di saturazione. Tutte e tre le tecniche hanno molti parametri di regolazione e vanno applicate a seconda della scena, delle luci, del soggetto, e del risultato finale che si vuole ottenere.
Come è nata l’idea dei libri fotografici di Roma?
Lo scopo della visita a Roma era, come quello di ogni viaggio, di immortalare l’essenza del luogo. Roma è una capitale della storia del mondo, ricca di monumenti bellissimi. Ogni strada è una sorpresa e respira di storia antica. La mia attenzione si è concentrata nell’esaltare i dettagli e la perfezione delle statue così come l’atmosfera surreale delle chiese. Senza contare i luoghi più famosi come il Colosseo. Per uscire dalla banalità delle usuali foto, essendo Roma una delle città più fotografate al mondo, ho cercato inquadrature con giochi di luci ed ombre particolari, con persone che fossero piccole all’interno della composizione in modo da risaltare la grandezza dei monumenti, estremizzando talvolta la prospettiva dall’alto verso il basso o viceversa, e approfittando della distorsione della lente ultragrandandolare che in questo caso, essendo voluta e cercata, è di grande aiuto. Una volta rientrato, il primo passo è stato selezionare e montare tutte le esposizioni multiple con la tecnica H.D.R. usando il software Photomatix, tra i più conosciuti sul mercato. Il secondo passo è stato ottimizzare luce, contrasto e colore con Lightroom. E’ qui che, provando ad usare determinati filtri, è nata l’idea di differenziare le foto in più gallerie. Le diverse prove hanno portato a tre tipologie di immagini: a colori, seppia e bianco e nero. Ma con risultati finali diversi. Non mi interessava il solito seppia, né tanto meno il classico bianco e nero. Per personalizzare le gallerie, c’era bisogno di un fattore aggiuntivo, che desse uno stile dominante ed univoco alle foto. Per fortuna il software Lightroom presenta dei filtri veramente potenti, capaci di rendere pressoché illimitata la creatività in post-produzione. Si possono ottenere in breve tempo risultati impensabili con la vecchia fotografia tradizionale.
Rome H.D.R.
Il primo libro ha preso semplicemente il nome di Rome H.D.R. Ma non è H.D.R. puro. Al file originale è stato aggiunto in molte composizioni il filtro “Positivo Diretto” che satura blu e giallo e accentua i neri. Il range del colore e i livelli sono stati personalizzati su ogni foto per rendere la galleria omogenea, mantenendo intatto il proprio stile.
Ancient Rome
Questo è stato il libro più divertente da realizzare. Esistono svariati tipi di filtri in Lightroom per creare l’effetto seppia. Ne ho scelto prevalentemente uno in particolare, ma per differenziarlo da un comune seppia ho aggiunto spesso il positivo diretto o un filtro che emula la resa della vecchia polaroid. La somma dei filtri uniti al file H.D.R. ha permesso un risultato finale che non è più un seppia, ma ricorda comunque uno stile antico. Da qui ovviamente nasce anche il titolo del libro!
Rome B&W
Per il libro fotografico di Roma in bianco e nero ho voluto ugualmente ricercare uno stile che non fosse il solito bianco e nero puro, ma qualcosa di più forte. Oserei dire anche rischioso. La mia idea era ottenere un bianco e il nero senza mezze misure, eliminando le tonalità di grigio intermedie. Doveva essere davvero bianco, e davvero nero! Dopo innumerevoli prove, ho finalmente trovato il processo di post-produzione che mi soddisfava appieno e restava omogeneo in tutta la galleria. Il primo passo era enfatizzare ogni dettaglio con l’HDR, e successivamente usare un filtro blu, rosso o giallo per ottenere il miglior contrasto tra bianchi e neri. Infine, tra i tantissimi filtri di B&W di Lightroom, ne esiste uno molto creativo che estremizza le luci e le ombre, creando un contrasto gigantesco tra i due ed azzerando quasi del tutto le tonalità intermedie di grigio: pur bruciando parecchi dettagli sul bianco e nascondendone sui neri, il risultato bucava l’occhio ed è esattamente quello che cercavo! Un po’ di vignettatura ai bordi ha aiutato in qualche foto ad enfatizzare ancora di più i soggetti centrali. E’ stato un bel lavoro, ma sono soddisfatto del risultato finale e dello stile univoco che ne è scaturito!
L’elenco dei luoghi e monumenti trattati nei libri:
- La Basilica di San Pietro
- I Musei del Vaticano
- Colosseo e Arco di Costantino
- Fori Imperiali
- Castel Sant’Angelo
- Altare della Patria
- Piazza di Spagna
- Trinità dei Monti
- Fontana di Trevi
- Piazza Navona
- Piazza del Popolo
- Villa Borghese
- Campidoglio
- Musei Capitolini
- Pantheon
- Teatro Marcello
- Palazzo Braschi
- Chiesa di San Luigi dei Francesi
- Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
- Chiesa di Sant’Andrea della Valle
- Basilica di Santa Maria in Aracoeli
- Basilica di San Nicola in Carcere
- Basilica di Santa Maria in Cosmedin
- Montecitorio
- Quirinale
- Galleria Sciarra
- Crociera sul Tevere
Ultimi aggiornamenti:
Dal 2012 sono entrato in possesso anche di un obiettivo lente fisheye, da cui non riesco più a staccarmi! Mi hanno sempre affascinato le prospettive di grandangolo estreme, e nonostante molti fotografi considerino il fisheye una lente limitata, ho scoperto con grande piacere che oltre ad essere estremamente creativa nelle composizioni, sembra pure nata per essere abbinata alla tecnica H.D.R. Da qui è nato il successivo libro fotografico dedicato a Londra!
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